I Gatti nell’Antica Grecia e Roma: Simboli di Utilità e Fascino Discreto
Nell’Antica Grecia e Roma, i gatti non godevano dello status sacro che avevano in Egitto, ma erano comunque apprezzati, soprattutto per la loro abilità di tenere sotto controllo la popolazione di roditori. In Grecia, i gatti erano introdotti inizialmente da mercanti fenici e, sebbene il cane fosse preferito come animale domestico, i gatti iniziavano a diffondersi nei villaggi e nelle città per la loro efficacia contro i parassiti portati soprattutto dai topi.
La Presenza del Gatto in Grecia
I greci ammiravano il carattere indipendente dei gatti, tuttavia, essi non furono mai venerati come accadde in Egitto: erano animali utili e rispettati, ma mai divinizzati. Secondo la mitologia greca, la dea Artemide era associata ai felini per il loro spirito libero e l’abilità nella caccia.
A proposito di Artemide, la leggenda narra che …
Apollo, per mettere alla prova la sorella Artemide, decise un giorno di creare un leone per intimidirla. Ma Artemide, impassibile, rispose con una sfida altrettanto astuta: diede vita a una creatura che avesse la grazia, l’intelligenza e la forza del leone, ma in versione mignon. Così nacque il primo gatto. Vedendo la “miniatura” della sua belva, Apollo scoppiò a ridere, e la sfida tra i due fratelli finì in allegria.
Un aneddoto interessante riguarda il filosofo e matematico Pitagora, che si diceva avesse un particolare interesse per gli animali, inclusi i gatti, e promuovesse l’idea di non maltrattare i felini, asserendo che fossero anch’essi provvisti di un’anima. (che meraviglia!).
Alcuni testi filosofici dell’epoca, tra cui gli scritti di Aristotele, mostrano un primo interesse scientifico nei confronti dei gatti, osservando il loro comportamento da cacciatori e la loro fisiologia unica rispetto agli altri animali domestici.
I Gatti nella Roma Antica
Quando i romani si espandevano attraverso il Mediterraneo, i gatti iniziarono a viaggiare con loro, affermandosi come alleati fondamentali per i soldati e i mercanti. I romani, pratici e focalizzati sull’utilità degli animali, accoglievano i gatti sulle loro navi, riconoscendone il ruolo essenziale nel proteggere le provviste dai roditori. Nel tempo, il gatto iniziò a diffondersi in tutta Europa, introducendo la sua influenza fino alle regioni più settentrionali e ponendo le basi per una presenza stabile nei secoli successivi.
Uno dei riferimenti più celebri è di Plinio il Vecchio, il quale nei suoi Naturalis Historia, menziona i gatti per la loro eleganza e le loro abilità nella caccia.
Per i romani, i gatti erano simbolo di pulizia, indipendenza e vigilanza, qualità che risonavano con l’etica della società romana, dove anche le qualità pratiche di un animale contribuivano a determinarne l’importanza.
La Conquista Romana e la Diffusione del Gatto
La romanizzazione dell’Europa giocò un ruolo cruciale nella diffusione dei gatti. L’adozione del gatto da parte dei romani portò alla sua introduzione in nuovi territori e alla sua proliferazione in contesti urbani e rurali.
In effetti, i gatti divennero compagni comuni nelle ville e nelle case romane, poiché offrivano protezione contro i roditori senza richiedere la stessa attenzione di un cane.
Durante l’Impero Romano, il gatto iniziò a essere considerato un animale domestico a tutti gli effetti, rispettato, ma mai idealizzato come accadeva in Egitto.
Curiosità Storiche
- Gatti sulle Navi Romane: I romani imbarcavano i gatti sulle loro navi per combattere i topi che danneggiavano le provviste alimentari. Questo uso dei gatti come “guardiani” delle scorte di cibo li rese molto apprezzati dai marinai e dai soldati.
- Il Gatto di Adriano: L’Imperatore Adriano, noto per essere un amante degli animali, si diceva avesse un gatto domestico nel suo palazzo, uno dei primi esempi storici documentati di gatti tenuti come compagni in ambienti aristocratici.
- Il Culto degli Animali in Declino: A differenza dell’Egitto, dove il gatto era divinizzato, le culture greca e romana tendevano a limitare il culto degli animali. Tuttavia, nelle città portuali, i gatti acquisirono importanza per la loro utilità pratica e divennero presto indispensabili.
Fonti Storiche Per Approfondire:
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: testimonianze sull’uso del gatto come animale domestico.
- Aristotele, Historia Animalium: osservazioni sull’anatomia e il comportamento dei gatti.
- Pitagora: filosofie di rispetto verso tutti gli esseri viventi, tra cui i gatti, connessi alle sue dottrine vegetariane e pacifiste.
Per me è stata una bella ed interessante scoperta, perché si parla maggiormente dell’Antico Egitto (a proposito, ci ho scritto proprio un articolo! ECCOLO QUI! )
E tu, conoscevi questa fase felina?
Al prossimo capitolo!