I GATTI NELL’ANTICO EGITTO:
QUANDO IL MIAGOLIO ERA SACRO

Nell’Antico Egitto, i gatti erano considerati molto più che semplici animali domestici. Questi eleganti felini incarnavano la protezione e il mistero, guadagnandosi una posizione d’onore tra le divinità e diventando autentici simboli di potere e saggezza. Ma come hanno fatto i gatti, da cacciatori di topi, a diventare idoli religiosi e protagonisti di rituali? Ecco il viaggio affascinante di questi felini sacri, dalla vita quotidiana ai templi delle divinità.

DALLA CUCINA DEI GRANAI ALLA SALA DEL TRONO

Egitto (fonte Canva)

La prima “scintilla d’amore” tra gatti e egiziani probabilmente nasce per ragioni molto pratiche. Le case, le città e i granai egiziani pullulavano di roditori, veri e propri nemici delle riserve alimentari di questo popolo. Con l’avvento dell’agricoltura e dei magazzini di cibo, i gatti selvatici, grazie al loro istinto di cacciatori, divennero alleati indispensabili. Più si stabilivano nelle città, più diventavano membri preziosi delle famiglie egiziane. Saper tenere lontano i topi significava garantire abbondanza di cibo, e il gatto divenne un simbolo di protezione per la casa.

BASTET: LA DEA DALLE SEMBIANZE FELINE

La venerazione dei gatti si concretizza con la figura di Bastet, la dea con la testa di gatto. Bastet non era solo una divinità domestica; era il simbolo della fertilità, della grazia, della protezione e dell’amore materno. A differenza della sua controparte più selvaggia, Sekhmet, Bastet aveva un’aura più dolce e protettiva, simboleggiando equilibrio e serenità.

Ogni anno, durante le festività in suo onore a Bubastis, la città dei gatti, venivano organizzate vere e proprie celebrazioni, con danze, canti e processioni. I pellegrini giungevano da ogni parte del Paese per rendere omaggio alla dea e ai suoi protetti pelosi, in un’atmosfera che possiamo immaginare simile a un festival contemporaneo, con amuleti e statuette in onore di Bastet ovunque.

IL LUTTO FELINO E LA MUMMIFICAZIONE

immagine Canva gattino mummificato

Nel momento in cui un gatto moriva, la famiglia egiziana non lo abbandonava a un angolo di strada; tutt’altro. Il gatto era considerato un membro di famiglia, e alla sua morte, la famiglia si radeva le sopracciglia in segno di lutto.

Molti gatti venivano persino mummificati e sepolti con onori degni di un faraone. Si dice che durante gli scavi nei pressi di Bubastis, gli archeologi abbiano trovato migliaia di mummie di gatti, testimonianza del profondo rispetto e affetto che gli egiziani nutrivano per questi animali. Alcuni erano addirittura collocati in tombe sacre, con offerte di cibo e statuette, affinché potessero raggiungere con tranquillità l’aldilà.

GATTI PROTETTI DALLA LEGGE: ERODOTO E I GATTI EGIZI

Se pensate che i moderni “genitori di gatti” siano protettivi, aspettate di scoprire come la legge egizia difendeva i felini! Erodoto, il famoso storico greco, racconta che chiunque avesse fatto del male a un gatto sarebbe stato severamente punito.

Si racconta che, in caso di incendio, gli egiziani salvassero prima i gatti e solo dopo se stessi. Inoltre, esportare gatti dall’Egitto era un crimine. Così preziosi erano considerati, che chi tentava di portarli fuori dal Paese rischiava pene severe.

I GATTI NELL’ARTE E NELLA CULTURA MATERIALE

statua gatto Antico Egitto (Fonte Canva)

La venerazione dei gatti non si fermava ai templi e alle case. Questi felini comparivano frequentemente nell’arte egizia, raffigurati su dipinti murali, gioielli, statuette e talismani, talvolta al fianco dei loro proprietari o della dea Bastet.

Le figure di gatti in pietra o legno erano usate come amuleti, pensati per portare fortuna e protezione. Alcuni di questi amuleti sono giunti fino a noi, dimostrando come i gatti fossero parte integrante della vita egizia. La loro immagine era associata a concetti di pace e prosperità, elementi fondamentali in una società che si basava sull’equilibrio naturale e spirituale.

UN’EREDITÀ CHE CONTINUA A VIVERE

GATTO ANTIGO EGITTO AI

Oggi, i gatti continuano a incantare con la loro eleganza e il loro fascino misterioso. Sebbene sia passato molto tempo, il rapporto tra gatti e umani è rimasto in qualche modo intatto, come se l’eredità dell’Antico Egitto vivesse ancora. Quando accarezziamo un gatto, stiamo forse portando avanti un’antica tradizione di rispetto e ammirazione.

PS. La Simbologia dei Gatti in Altre Culture

In molte culture, i gatti sono stati associati a qualità positive come l’indipendenza e la protezione. In Giappone, ad esempio, il “maneki-neko” è un gatto che si dice porti fortuna e prosperità. In Norvegia, i gatti erano considerati animali sacri legati alla dea della fertilità, Freyja. Questa simbiosi tra uomo e gatto ha radici profonde e continua a influenzare la nostra cultura contemporanea.

E tu, conoscevi questo aspetto sacro dei felini nella storia?

Nella mia vita DANAmi ha insegnato tantissimo e continua a farlo e credo che ciò che provo si avvicini alla gratitudine provata dagli antichi egizi (QUI  trovi un articolo dove racconto un pizzico di ciò che lei ha fatto per me.)

Noi ti aspettiamo nel nostro diario quotidiano… CatressEye FB CatressEye IG !

Alla prossima!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copyright © P.Iva: 02904161201 2024  – creato da Igor Damilano