GATTI E MEDIOEVO
Durante il Medioevo, la percezione dei gatti cambiò drasticamente rispetto epoche precedenti. Associati spesso alla stregoneria e alle pratiche occulte, i gatti, soprattutto quelli neri, venivano perseguitati e talvolta uccisi nei rituali superstiziosi. Questa diffidenza ebbe origini anche nelle credenze religiose cristiane dell’epoca, che vedevano nei comportamenti notturni e indipendenti del gatto simboli di qualcosa di oscuro o malvagio.
Paradossalmente, questo portò a un aumento della popolazione di roditori, contribuendo alla diffusione di malattie come la peste. Tuttavia, in alcune culture, come in quella islamica, il gatto continuava a essere rispettato e valorizzato come animale pulito e affettuoso.
I GATTI NEL MEDIOEVO: DAI MITI ALLA PERSECUZIONE
Durante il Medioevo, il rapporto tra l’uomo e il gatto cambiò drasticamente, e la sua immagine subì una trasformazione negativa che lo avrebbe segnato per secoli. Associati a credenze superstiziose e alla stregoneria, i gatti – soprattutto quelli neri – furono spesso perseguitati. Questo clima di diffidenza derivava dalla combinazione di credenze religiose cristiane e di superstizioni popolari.
DA AMICO A SOSPETTO
Nel primo Medioevo, i gatti erano considerati animali utili e pratici, soprattutto nelle campagne, dove aiutavano a tenere sotto controllo la popolazione di topi e ratti. Tuttavia, con la diffusione del Cristianesimo, si verificò un cambio di percezione. Poiché i gatti sono animali indipendenti e notturni, furono associati al diavolo e alle streghe.
La Chiesa e le credenze religiose: La Chiesa cattolica percepiva i gatti come animali ambigui, capaci di “vedere nel buio” e, quindi, vicini al mondo dell’occulto. In particolare, i gatti neri venivano considerati malefici, ritenuti la manifestazione terrena di spiriti maligni o addirittura la reincarnazione delle streghe stesse.
IL GATTO NERO E LA STREGONERIA
L’immagine del gatto nero divenne particolarmente controversa, considerato sia come compagno fedele che come possibile “famiglio” delle streghe, spiriti che assistono e aiutano coloro che praticano la stregoneria. Alcuni documenti storici riportano come i gatti venissero usati in rituali di esorcismo o sacrificati nelle cerimonie per “allontanare” il male.
La caccia alle Streghe: Tra il XIV e il XVII secolo, la paura della stregoneria si intensificò in tutta Europa e le persecuzioni si rivolsero anche contro i gatti. Si credeva che eliminare i gatti, specialmente durante le festività religiose come la Festa di San Giovanni, fosse un modo per scongiurare la presenza del male. Questo portò a numerose uccisioni di massa di gatti, riducendo drammaticamente la loro popolazione e, in modo paradossale, causando un aumento della popolazione di roditori e della diffusione della peste nera nel XIV secolo. E pensare che i gatti erano ritenuti responsabili dell’epidemia!
IL PARADOSSO DELLA PESTE NERA
L’associazione dei gatti alla stregoneria e la conseguente riduzione del loro numero favorirono la proliferazione di ratti, principali vettori della peste nera, che decimò un terzo della popolazione europea. Senza i gatti a cacciare i roditori, le città medievali videro aumentare la diffusione dei topi e, di conseguenza, delle pulci infette responsabili della trasmissione della malattia.
L’ISLAM E IL RISPETTO PER IL GATTO
In netto contrasto con l’Europa medievale, la cultura islamica dell’epoca aveva un profondo rispetto per i gatti. La tradizione islamica narra che il Profeta Maometto avesse una gatta di nome Muezza, che trattava con grande affetto. I gatti erano considerati animali puliti e rispettati, e questa visione contrastava con quella della Chiesa cristiana. Questo rispetto per il gatto contribuì a mantenere una visione positiva dei felini in molte regioni dell’Asia e dell’Africa.
Aneddoti e Curiosità
- Il gatto nero e le streghe: La credenza popolare diceva che le streghe potessero trasformarsi in gatti neri per muoversi senza essere viste. Questo contribuì ulteriormente alla diffidenza verso i felini di questo colore.
- Gli occhi dei gatti, dotati del tapetum lucidum – uno strato riflettente dietro la retina che migliora la visione notturna – si illuminavano al buio, un fenomeno che veniva interpretato come un segno di magia nera.
- Le feste con il gatto: In alcune regioni europee, durante le festività religiose, i gatti venivano usati in riti che oggi ci appaiono crudeli, come l’usanza di bruciare un gatto nero durante la Festa di San Giovanni per purificare il villaggio dagli spiriti maligni.
- Il paradosso della peste: Alcuni storici sostengono che l’eliminazione dei gatti nelle città medievali possa aver contribuito alla diffusione della peste, poiché il numero di ratti aumentò in modo incontrollato in loro assenza.
- Simbolismo del gatto in letteratura: Nonostante la persecuzione, il gatto trovò comunque spazio nella letteratura medievale. Nei bestiari, raccolte di storie sugli animali, i gatti venivano descritti come simboli di ambiguità, spesso usati per illustrare il conflitto tra bene e male.
Fonti Storiche
- Bestiari Medievali: Raccolte di testi medievali che descrivono simbolismi e credenze sugli animali.
- Malleus Maleficarum: Il “Martello delle Streghe”, un trattato del XV secolo che fornisce dettagli sulle credenze dell’epoca riguardo alla stregoneria e ai gatti.
- Cronache Medievali: Numerosi documenti riportano riti e cerimonie in cui i gatti venivano perseguitati come incarnazioni del male.
In conclusione, il Medioevo fu un periodo oscuro per i gatti, la cui immagine passò da animale utile a simbolo di malvagità. Tuttavia, alcune culture alternative come quella islamica mantennero una visione positiva, salvaguardando una tradizione di rispetto che contrastava con la diffidenza dell’Europa medievale.
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PS. Se vuoi conoscere qualche chicca sul grande viaggio dei mici nella storia, ho già scritto due articoli:
SCOPRIAMO INSIEME IL GRANDE VIAGGIO DEI GATTI NELLA STORIA: L’ANTICO EGITTO
IL GRANDE VIAGGIO DEI GATTI NELLA STORIA:ANTICA GRECIA E ROMA
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