17 FEBBRAIO, GIORNATA DEL GATTO E GIORDANO BRUNO

17 FEBBRAIO, CELEBRAZIONE DEL GATTO E LA CONDANNA DI GIORDANO BRUNO

Il 17 febbraio, mentre l’Italia celebra la Giornata Nazionale del Gatto, si ricorda anche un evento storico significativo: nel 1600, in questa stessa data, Giordano Bruno fu condannato al rogo per eresia dalla Chiesa cattolica. Apparentemente distanti, il mondo dei gatti e quello del filosofo sembrano non avere nulla in comune. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che entrambi, in modi diversi, sono simboli di ribellione, libertà e mistero.

Il Gatto: simbolo di indipendenza e mistero

Il gatto è da sempre un animale avvolto nel mistero. Sin dall’antichità, è stato associato a divinità, magie e superstizioni. Nell’Antico Egitto, ad esempio, la dea Bastet, rappresentata come una leonessa o una donna con testa di gatto, era la divinità della casa, della fertilità e della protezione, ma anche della forza e della difesa. ( ho scritto un articolo sul gatto nella storia dell’Antico Egitto, lo trovi QUI! )

Con il tempo, il gatto è diventato simbolo di indipendenza, astuzia e discrezione, qualità che gli conferiscono un’aura di libertà.

Nel corso dei secoli, però, il gatto ha anche subito pregiudizi e persecuzioni, soprattutto durante il Medioevo, quando veniva associato alle streghe e alla magia nera. I gatti neri, in particolare, venivano accusati di portare sfortuna o addirittura di essere i compagni delle streghe condannate al rogo. La loro figura incarna la dualità di ciò che è al tempo stesso temuto e amato, misterioso e libero, non domabile dalle convenzioni sociali.

Giordano Bruno: un pensatore libero e visionario

Fra Giordano Bruno, filosofo, teologo e matematico, è stato un uomo che ha rifiutato le restrizioni del pensiero dogmatico del suo tempo. Sostenitore di una visione dell’universo infinita e pluralista, Bruno credeva che la realtà fosse composta da un’infinità di mondi abitati, in netta contrapposizione con la visione geocentrica e limitata imposta dalla Chiesa. La sua indipendenza intellettuale e la sua ribellione contro le autorità religiose lo portarono a essere accusato di eresia e, infine, a essere condannato al rogo.

Bruno non accettò mai compromessi con le verità ufficiali, dimostrando un coraggio intellettuale che lo ha reso una figura simbolica di libertà di pensiero e di ricerca della verità, costi quel che costi. Come il gatto non si lascia addomesticare facilmente (anzi, al contrario del cane, è un animale che non è stato ancora totalmente addomesticato mantenendo salde le sue origini e la sua natura), Bruno rifiutò di piegarsi alle convenzioni religiose e sociali del suo tempo, cercando la libertà di pensare e di esplorare il mistero dell’universo.

La connessione simbolica tra gatti e Giordano Bruno

Il 17 febbraio, giorno della morte di Giordano Bruno e della celebrazione del gatto, ci invita a riflettere su come entrambi siano stati simboli di resistenza contro l’autorità. Bruno, come il gatto, non accettò mai di essere confinato in una visione ristretta della realtà. I gatti, pur vivendo accanto agli esseri umani, sono da sempre creature autonome, sfuggenti e indipendenti, caratteristiche che possono essere paragonate al pensiero libero e rivoluzionario di Bruno.

Inoltre, il mistero che avvolge i gatti può essere visto come un parallelo al mistero dell’universo che Bruno cercava di esplorare attraverso la sua filosofia. Come il gatto si muove in silenzio e con eleganza, sempre avvolto da un’aura di enigmaticità, Bruno sfidava le verità preconfezionate, cercando di svelare i segreti nascosti dell’universo, convinto che la realtà fosse ben più complessa e affascinante di quanto le autorità religiose volessero far credere.

Un messaggio di libertà e resilienza

Celebrare la Giornata del Gatto e ricordare Giordano Bruno nello stesso giorno ci invita a riflettere sulla forza della libertà e dell’indipendenza.

Entrambi, attraverso il loro silenzioso ma potente esempio, ci mostrano che la ricerca della verità e della libertà non deve mai fermarsi di fronte alle convenzioni o alle imposizioni. Se il gatto, con la sua natura solitaria e indipendente, ci insegna a non lasciare che nessuno ci domini, Giordano Bruno, con il suo sacrificio, ci ricorda che la libertà di pensiero è un bene che va difeso a ogni costo.

In questo 17 febbraio, tra i gatti che ci circondano e il ricordo di Giordano Bruno, possiamo trovare una connessione profonda che celebra l’indipendenza e la ricerca della verità, due aspetti fondamentali per la crescita e la libertà dell’individuo, tanto nel pensiero quanto nella vita quotidiana.

Giordano Bruno - Ultimo Atto: lo spettacolo

Come attrice, avrò l’onore di andare in scena con Giordano Bruno – Ultimo Atto al Teatro Dehon di Bologna il 30 aprile 2025. Questo spettacolo, prodotto da CFA – Colli Formazione Attori, è un viaggio nell’esoterica filosofia del Nolano, alla ricerca di nuove chiavi di lettura per il nostro tempo. La drammaturgia è curata da Emanuele Montagna e Giancarlo Brancale, con la regia di Emanuele Montagna, assistente Alberto Capanna. Nel cast, oltre a me, Martina Valentini Marinaz, Emanuele Montagna (nel ruolo di Bruno) Asia Galeotti, Alessia Nafi, Anna Signorini, Giulia De Rugeriis, Francesco Bianco.

Lo spettacolo combina drammaturgia, musica e danza, offrendo una rappresentazione intensa e coinvolgente della vita e del pensiero di Giordano Bruno.

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